La storia dei bendaggi a scopo terapeutico è risalente ai tempi di Greci e Romani, come dimostra l’episodio dell’Iliade in cui Achille benda le ferite di Patroclo. Il bendaggio tradizionale, tuttavia, si basa sulla compressione per limitare i danni e favorire la guarigione.
Negli ultimi trent’anni, diverse tecniche di bendaggio, anelastico ed elastico, sono state sviluppate in tutto il mondo, ma la compressione è rimasta il principio fondamentale.
Una svolta decisiva avviene con il Dr. Kenzo Kase, chiropratico e agopuntore giapponese, che negli anni ’70 sviluppa un nuovo tipo di tape. Insoddisfatto dei tape rigidi disponibili, Kase si ispira ad un trattamento di crioterapia per l’artrite e inizia a sperimentare per creare un tape con l’elasticità della pelle umana, in grado di supportare i muscoli senza immobilizzarli.
LE TECNICHE USATE
Esistono differenti modi di tagliare i nastri in base alla direzione che vogliamo dare al trattamento le più usate sono:
- ad I con deposito prossimo/distale o viceversa
- ad I con deposito centrale
- a V o a Y
- a polipo o a mano aperta
Il kinesiotaping ha effetti differenti, anche opposti a seconda delle sue tipologie di posizionamento:
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Tecnica di deposito: il kinesiotape viene utilizzato senza alcuna tensione; la stesura del nastro stesso sul rotolo, corrisponde al 10% della lunghezza iniziale del nastro. Annullata questa tensione, il nastro viene depositato a “zero” tensione sulla cute.
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Tecnica dello spazio: viene posto sul ventre muscolare senza nessuno stiramento del muscolo, per neutralizzare la funzione muscolare e quindi aumentarne la sua possibilità di allungamento passivo.
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Tecnica della facilitazione: dal prossimale al distale, con una posizione di pre-stiramento del muscolo e con tensione modulata del nastro, per facilitare la sua azione e la risposta in rapidità e forza.
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Tecnica endogena antalgica: dal distale al prossimale con tensione del nastro al massimo del 25%, con stiramento del muscolo per una funzione antalgico soprattutto della zona prossimale.
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Tecnica muscolare: nastro senza tensione con il muscolo posto in lavoro eccentrico per ottenere rapidità contrattile.
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Tecnica articolare: con il nastro in tensione, e la capsula articolare messa in tensione passivamente da un lavoro muscolare eccentrico che si riflette sull’articolazione stessa.
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Tecnica circolatoria: nastro senza tensione, ma con uno stiramento della cute mantenendo il muscolo in posizione neutra. Ha lo scopo di facilitare il ritorno venoso e linfatico, o per una azione anti-edemigena.
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Tecnica fasciale-aponeurotica: nastro con tensione alternata, al fine di scaricare la fascia o l’aponeurosi muscolo-tendinea, ad esempio con una forma ad Y dove le estremità del nastro non provocano tensione.